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mercoledì 3 ottobre 2007

Corriere.it volta pagina






Abbiamo aspettato un giorno intero prima di tirare le prime conclusioni. Il nuovo sito del Corriere della Sera, il secondo sito d’informazione in Italia, da questa mattina si è rinnovato, presentando una nuova grafica e nuovi contenuti.

La grafica, innanzitutto, è a tre colonne e ricorda molto quella di un blog. Le notizie sono più chiare e meno disordinate di prima, ma sono in molti a segnalare l’eccessivo carico pubblicitario e la marea di servizi extra (nella colonna di destra) che danno all’utente confusione.

Migliorata sicuramente l’organizzazione dei menu e l’ordine all’interno delle pagine dei singoli articoli. Scrive Marco Pratellesi nel suo Blog sul Corriere che la scelta della nuova veste grafica è dovuta alla volontà di dare maggiore spazio alle notizie e ai servizi giornalistici.

Tra le novità anche la possibilità di commentare determinati articoli a discrezione della redazione, oltre che ovviamente i blog. Aumenta d’importanza anche la videogallery, con cinque edizioni del Tg al giorno (tre sabato e domenica).

Cosa ne pensate? Speravate in un maggiore miglioramento, vi piace più quello vecchio o siete soddisfatti?

giovedì 20 settembre 2007

Giornalismo che cambia: il sito del New York Times diventa gratuito






“Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader. Quello che conta davvero è la capacità di produrre informazione di qualità. La vera sfida è l’impegno con cui facciamo il giornalismo”.


Lo aveva annunciato qualche mese fa il presidente ed editore del New York Times Arthur Sulzberger Jr, dichiarando anche che la fusione tra redazione “cartacea” e “web” stava per avere inizio.

Nell’ottica di questo rinnovamento il New York Times ha annunciato che entro breve non farà pagare più l’accesso per leggere “alcuni articoli”, facendo sostanzialmente un passo indietro nei confronti di un piano di marketing iniziato due anni fa. Il motivo della decisione è che aprire l’accesso ad articoli e commenti permetterà una maggiore raccolta pubblicitaria.

Il vecchio programma, chiamato TimesSelect, chiedeva ai lettori di pagare 49.95 dollari all’anno (o 7.95 al mese) per leggere i commenti e le opinioni dei principali commentatori e opinionisti del giornale. Ora, invece, tutto il sito sarà fruibile gratuitamente, compreso l’archivio con gli articoli dal 1987 ad oggi e dal 1851 al 1922.

Il programma fino ad ora ha raccolto più di dieci milioni di dollari all’anno, ma, spiegano dall’ufficio marketing, il futuro ci dice che sempre meno gente vuole pagare per leggere ciò che può trovare gratuitamente altrove, mentre invece la pubblicità in rete è in forte crescita. In questo modo gli introiti, oltre da un maggior numero di pagine viste, potranno arrivare anche da link da altri siti o da motori di ricerca.

Il New York Times era rimasto ormai praticamente l’unico giornale a far pagare ai propri lettori per leggere su internet i commenti e gli articoli principali. Il mondo, invece, va nella direzione opposta, con gli incrementi pubblicitari in continua ascesa. Tanti quotidiani si stanno attrezzando nella stessa direzione. Anche il CdR di Repubblica, solo per citarne uno, poco tempo fa ha dichiarato che redazione del giornale cartaceo e redazione web dovranno per forza unirsi, perché è lì che si andrà a finire entro breve.

sabato 16 giugno 2007

Stop all'orgoglio pedofilo






Bloccato, almeno in Italia, il sito tedesco che inneggiava alla giornata dell'orgoglio pedofilo, il "Love boy day". Un sito che si era portato dietro numerosissime polemiche da parte dell'opinione pubblica, tant'è che la catena di giornali ePolis ha lanciato un'imponente campagna, dal titolo "Fermiamo gli orchi".

Sul sito "incriminato" si chiedeva a tutti i pedofili di accendere una candela azzurra il 23 giugno per ricordare i loro "compagni" incarcerati, vittime di discriminazioni e di leggi (addirittura!) ingiuste e restrittive.

Per il ministro delle Comunicazioni Gentiloni si tratta di un grande successo, "sia per l'ubicazione all'estero dell'indirizzo elettronico (come tale non assoggettabile all'autorità italiana) sia per la collaborazione prestata dagli Internet Service Provider italiani e dal mondo delle associazioni di volontariato, come la Meter di don Fortunato di Noto, i quali hanno cooperato per contrastare l'iniziativa pedofila".

sabato 2 giugno 2007

Venezuela, la rivoluzione è su YouTube






Come molti di voi sapranno, il presidente venezuelano Hugo Chavez la scorsa settimana ha revocato la concessione a trasmettere a Rctv (Radio Caracas Televisión) mentre un'altra emittente, Globovision, secondo la Cnn potrebbe fare la stessa fine.

YouTube, però, potrebbe segnare una piccola svolta dando la possibilità a queste emittenti, voci fuori dal coro in un paese in cui la libertà di stampa non è assicurata, di rinascere e continuare nel proprio lavoro. Almeno su internet.

I dipendenti di Rctv, infatti, hanno creato un canale su YouTube dedicato alla trasmissione "El Observador". Balzato in testa alle classifiche, è stato visto da oltre 175mila utenti. Sarà contento l'amministratore delegato di YouTube, Chad Hurley, che aveva recentemente dichiarato che il popolare sito di video "trasmette democrazia".

martedì 29 maggio 2007

Giornali contro Google News. E viceversa






Se i giornali, da un momento all'altro, si rifiutassero di fornire a Google in modo gratuito i propri contenuti, che vengono poi ripubblicati su Google News... quanto sarebbe il danno economico per il grande motore di ricerca? A porre la questione, che ciclicamente si riapre, è stato Sam Zell, nuovo editore della Tribune (che annovera, tra i propri giornali, il Los Angeles Times e il Chicago Tribune).

In un momento, spiega Zell, in cui ognuno ha un sito o un blog, i quotidiani devono per forza ripensare il proprio rapporto con i lettori, e in particolare con internet. È per questo che vogliamo accendere i riflettori sul problema del riutilizzo gratuito, su internet, dei contenuti dei giornali: contenuti che fanno la differenza rispetto ai blog e al giornalismo partecipativo perché scritti da professionisti.

La questione, però, è più ampia di quanto si pensi. Il lavoro di Google News (e così altri aggregatori simili) è vero che porta denaro al motore di ricerca, ma porta anche un buon 25-30 per cento di accessi in più ai siti dei giornali. Google News, infatti, non copia totalmente il contenuto degli articoli, ma prende solamente il titolo e, eventualmente, una piccola foto. Dopodiché se l'utente vuole leggere l'articolo per intero viene rimandato al sito del giornale. "Per questo - spiegano da Google - non pagheremo mai nessuno per indicizzare gli argomenti delle notizie. Se qualcuno non è d'accordo lo toglieremo dalla lista delle nostre fonti".

Del problema si è dibattuto ampiamente alcuni mesi fa in Belgio, dove un'associazione di editori ha vinto una causa contro la "grande G", che è stata condannata dal tribunale locale per violazione delle leggi sul copyright.

Ma quanti di questi editori si staranno ora "mangiando le mani", col fatto che hanno visto diminuire di una buona percnetuale gli accessi giornalieri ai propri siti?

giovedì 10 maggio 2007

What women want

mercoledì 9 maggio 2007

Joomla!, arriva la beta 2






Nuovi passi in avanti per arrivare alla versione 1.5 definitiva: è uscita ieri la versione 1.5 beta 2 di Joomla!, uno dei Cms (content management system) più utilizzati e famosi. Nome in codice "Red Barchetta", la nuova versione (gratuita e open source) porta in sé numerose migliorie che gli utenti aspettavano da tempo, come una maggiore separazione tra codice, contenuti e grafica, l'accesso diretto all'Ftp, una migliore gestione del codice dei template e la codifica Utf8.

Joomla è un gestore di siti consigliato soprattutto a coloro che gestiscono siti in cui le notizie cambiano frequentemente e ha vinto il premio 2006 come migliore software del suo genere Molti, però, lamentano il fatto che sia poco modificabile e poco intuitivo. Ora, domando a voi che lo utilizzate: come vi trovate? Ci volete segnalare delle valide alternative?

martedì 6 febbraio 2007

Solo su internet il giornale svedese più antico del mondo


Il "Post-och Inrikes Tidningar" ha iniziato le pubblicazioni nel lontano 1645
Il direttore: "Una scelta difficile, ma avevamo bisogno di attirare più lettori"


Va online il giornale più antico del mondo
Le rotative si sono fermate all'inizio del 2007


Ma l'editore assicura: "Stamperemo tre copie per tenere viva la tradizione"
di DANIELE SEMERARO


ROMA - Per secoli i lettori hanno sfogliato le grandi e corpose pagine dello svedese "Post-och Inrikes Tidningar" (PoIT). Dall'inizio del 2007, però, il quotidiano più antico del mondo, oltre 360 anni di storia, si è trasferito interamente online, lasciando alla versione stampata solamente tre copie, destinate alla biblioteche. Una decisione che ha suscitato lo scalpore di molti tra scrittori e lettori "affezionati" dell'inchiostro, che temono che anche altri antichi giornali possano fare la stessa fine: "È un disastro culturale - ha accusato Hans Holm, che ha lavorato come caporedattore per il PoIT per oltre vent'anni - ed è davvero una cosa triste vedere che adesso cambierà tutto".

Nato nel 1645 per volere della regina Cristina, il "Post-och Inrikes Tidningar" è stato il giornale di riferimento per i lettori svedesi dalla fine del XVII e per tutto il XVIII secolo. Il numero dei suoi fedelissimi ha iniziato ad assottigliarsi a causa della nascita di alcuni quotidiani concorrenti, e dall'inizio XX secolo venne confinato al ruolo di giornale istituzionale e di annunci legali. Anche se il quotidiano non copre più informazioni generali da almeno 100 anni, l'Associazione mondiale della stampa, con sede a Parigi, lo considera ancora come il più vecchio ancora in pubblicazione.

"Si tratta di una tendenza naturale", spiega il nuovo caporedattore del PoIT, Roland Hägglund. "Per noi è un momento appassionante, una nuova partenza, anche se alcuni rimarranno tristi dalla nostra decisione. Internet andrà a dare un soffio di modernità al giornale, che fino ad ora era disponibile solo per abbonamento. I nostri lettori - continua - cresceranno in modo esponenziale da tutto il mondo, e non importa che ci leggeranno gratuitamente. Sappiamo bene di avere un compito importantissimo: portare avanti un quotidiano, anche se in un'altra forma, che ha fatto la storia dell'informazione legale".

"Furono la regina Cristina e il suo cancelliere Axel Oxenstierna a lanciare il giornale nel lontano 1645", racconta il vecchio capo della redazione Hans Holm. "La pressione fiscale del governo svedese, che stava partecipando alla Guerra dei Trent'anni, aveva fatto cadere la popolazione in una grande miseria. La regina e il suo cancelliere, così, coscienti del malcontento che stava crescendo a dismisura nel regno, furono costretti a dare conto delle proprie azioni ai loro cittadini. All'inizio le prime edizioni erano più dei pamphlet che dei giornali, ed erano diffuse attraverso corrieri che affiggevano le copie in speciali bacheche nei centri cittadini".

"Man mano che l'informazione diventava più accessibile - continua Holm - il PoIT ampliò la sua copertura nazionale e internazionale, aggiungendo anche informazioni relative a malattie, epidemie, tassi di cambio e bollettini meteorologici. Furono pubblicate anche poesie e racconti, mentre né foto né pubblicità hanno visto la luce tra le colonne del giornale. Nel secolo XIX diventammo un giornale interamente d'informazione, con un vero e proprio monopolio nel Paese. Poi arrivarono i concorrenti, soprattutto il quotidiano "Aftonbladet" che dal 1879 ci tolse un sacco di lettori, diventando il principale tabloid svedese. Così nella sua ultima versione il PoIT si specializzò in informazioni finanziarie per le aziende, sugli annunci legali e istituzionali e sulle questioni riguardanti la famiglia reale".

Ultimamente, tra le tappe più importanti del giornale si ricordano il 1978, quando il quotidiano fu pubblicato in formato A4, e il 29 dicembre 2006, quando è uscita l'ultima edizione cartacea: 1500 copie di tiratura. Tra gli abbonati erano ormai rimasti solo le banche, i tribunali, gli avvocati, le amministrazioni locali e nazionali e le biblioteche. Il problema era quello di ridurre i costi e attirare più lettori, e così il Parlamento svedese ha optato per trasferire tutto online dall'inizio del 2007. Fino a dicembre il "Post-och Inrikes Tidningar" era proprietà dell'Accademia di Svezia, conosciuta in tutto il mondo perché assegna ogni anno i premi Nobel per la letteratura; con la svolta del quotidiano elettronico, invece, è passato tutto allo Scro (Swedish Companies Registration Office), un'agenzia governativa.

"Non tutto è perduto, stiano tranquilli i nostalgici", ha dichiarato l'editore. "Ogni giorno verranno comunque stampate tre copie cartacee destinate alle biblioteche universitarie: così manterremo viva la tradizione".

(6 febbraio 2007)