Di pedofilia su internet si parla a periodi alterni. Durante l’inverno ci sono stati molti scandali legati a MySpace o Second Life, ora invece tutto tace. Ma in realtà il pericolo è sempre imminente e non si ferma la lotta delle autorità competenti per cercare di arginare il problema. La scorsa settimana le polizie di undici paesi dell’Unione Europea si sono incontrate per progettare un filtro che impedisca ai pedofili e agli utenti della rete di accedere a pagine contenenti immagini, video o testi relativi alla pornografia infantile.
Creare un filtro in rete non sarà certamente facile. Per questo sarà necessario un accordo tra le polizie dei diversi paesi e gli internet provider degli stessi. Il filtro, spiegano gli organizzatori, sarà uno spazio ostile per coloro che vogliono commettere abusi contro i minori e un mezzo sicuro per tenere lontano anche gli utenti normali.
I primi paesi ad attuare provvedimenti simili sono stati la Norvegia, la Danimarca e la Svezia. Per ora i provvedimenti ottenuti sono molto buoni, secondo la polizia, per questo stanno esportando a livello internazionale il know-how acquisito fino ad ora. Una volta fatto partire il processo di filtraggio, i provider reindirizzeranno le richieste di accesso a siti “vietati” verso una pagina (di proprietà della polizia) nella quale si mette in guardia l’utente dal visitare siti del genere.
Il progetto si chiama Circamp e coinvolge Norvegia (paese che dirige il progetto), Regno Unito, Danimarca, Belgio, Francia, Irlanda, Italia, Svezia, Finlandia, Olanda e Spagna. Coinvolto anche l’Europol. Sicuramente si tratta di un’ottima iniziativa per cercare di debellare un fenomeno disgustoso - credo di parlare a nome di (quasi) tutti - e vietato. Pensate, però, che una pagina di “stop” possa essere l’unico mezzo da attuare? A mio parere, come in tutte le cose su internet, “fatta la legge si trova l’inganno”. Per questo ben venga il progetto, ma speriamo anche in un intervento maggiore delle polizie di tutto il mondo nel debellare il problema alla radice.
domenica 23 settembre 2007
Un “mega-filtro” mondiale contro i pedofili
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giovedì 26 luglio 2007
MySpace, scovati altri 29mila "sex offenders"
Ne avevo già parlato un po’ di tempo fa, ma sembra che il fenomeno si stia allargando a macchia d’olio. I responsabili di MySpace hanno scovato oltre 29mila “sex offenders” (cioè persone condannate per reati sessuali) con profili registrati sul famoso sito di social networking.
MySpace, società di proprietà di News Corp., al momento ha annunciato di aver cancellato oltre 7mila profili su un totale di 180 milioni, ma purtroppo siccome in rete la propria identità non può essere verificata da nessuno, è probabile che chi si è visto il proprio account cancellato si sia reiscritto con generalità diverse.
Continua dunque la polemica negli Stati Uniti sull’uso della rete da parte dei minori . Ma trovare una soluzione, almeno al momento, sembra cosa non proprio facile.
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sabato 16 giugno 2007
Stop all'orgoglio pedofilo
Bloccato, almeno in Italia, il sito tedesco che inneggiava alla giornata dell'orgoglio pedofilo, il "Love boy day". Un sito che si era portato dietro numerosissime polemiche da parte dell'opinione pubblica, tant'è che la catena di giornali ePolis ha lanciato un'imponente campagna, dal titolo "Fermiamo gli orchi".
Sul sito "incriminato" si chiedeva a tutti i pedofili di accendere una candela azzurra il 23 giugno per ricordare i loro "compagni" incarcerati, vittime di discriminazioni e di leggi (addirittura!) ingiuste e restrittive.
Per il ministro delle Comunicazioni Gentiloni si tratta di un grande successo, "sia per l'ubicazione all'estero dell'indirizzo elettronico (come tale non assoggettabile all'autorità italiana) sia per la collaborazione prestata dagli Internet Service Provider italiani e dal mondo delle associazioni di volontariato, come la Meter di don Fortunato di Noto, i quali hanno cooperato per contrastare l'iniziativa pedofila".
lunedì 11 giugno 2007
MySpace pieno di pervertiti?
Lo slogan internazionale di MySpace è "A place for friends". Ma a volte, purtroppo, si possono fare anche cattivi incontri e sembra che pedofili e adescatori di giovanissimi stiano sfruttando sempre più la Community per fare "nuove conoscenze".
Per rendersi conto della vastità del problema basti pensare che secondo un'inchiesta solo in Kansas oltre trecento persone condannate per reati sessuali sono registrate alla community. E la lista include solamente coloro che hanno inserito in fase di registrazione al sito il proprio nome e cognome reale.
La campagna era partita dopo una lettera di otto stati Usa, che avevano chiesto agli amministratori del sito di poter fare una ricerca nel database: solo nel 2006, infatti, i tribunali hanno affrontato oltre cento casi di crimini sessuali partiti da una conoscenza su MySpace, soprattutto da parte di adulti che cercavano di adescare giovanissimi/e.
La società e le associazioni di genitori (ricordiamo che MySpace negli Stati Uniti e non solo è diffusissimo) stanno cercando di mettere in atto numerose campagne per buttare fuori dalla Comunità pedofili e maniaci, anche se purtroppo non è semplice.
Dunque, per i più giovani, le regole sono sempre le stesse: diffidare da chi non si conosce e fa richieste strane, tra cui ad esempio poter avere il numero di cellulare o il proprio indirizzo. Sembrerà ovvio, ma purtroppo sono in moltissimi, ancora, a "cascarci".
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venerdì 11 maggio 2007
Problemi di pedofilia per Second Life
Ho aspettato a postare questa notizia perché sinceramente non riuscivo a crederci. Ora, però, le voci si fanno sempre più insistenti. La polizia tedesca sta effettuando ricerche nella rete di Second Life perché, secondo le segnalazioni di alcuni utenti, alcuni membri si scambierebbero immagini pedopornografiche proprio all'interno del mondo virtuale.
L'investigazione è partita in seguito a un'inchiesta di un programma televisivo tedesco che ha scoperto che, in alcuni luoghi, ci sarebbero degli utenti che pagano per fare sesso con bambini virtuali. Dalla Linden Labs, i fondatori e gestori del gioco hanno assicurato che daranno il massimo appoggio alle autorità per riuscire a sconfiggere questa brutta usanza. In Germania il possesso di materiale pedopornografico è punito con il carcere fino a tre anni.
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