venerdì 27 gennaio 2006

"A scuola non c'è posto per me". E Alessio scrive alla Moratti

Guidonia, non può frequentare le lezioni e scrive alla Moratti
L'istituto è troppo lontano e la mamma non ha la patente


"A scuola non c'è posto per me"
Alessio, 9 anni, a casa da un mese


di DANIELE SEMERARO

GUIDONIA MONTECELIO (RM) - "Caro Ministro, mi chiamo Alessio, ho nove anni e non posso andare a scuola: nella scuola del mio quartiere non c'è posto per me. Mi aiuti?" Inizia così la lettera che Alessio, un bambino di Albuccione di Guidonia, un piccolo paese in provincia di Roma, ha inviato al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti.

Succede anche questo, a pochi passi dalla Capitale, dove un bambino dal 15 dicembre non può frequentare la scuola perché trova molta difficoltà a raggiungere quella, lontana da casa, che gli è stata assegnata dall'Ufficio Scolastico Regionale.

Le due quarte elementari più vicine all'abitazione del bambino, ospitate, per questioni di spazio, nella Chiesa del paese, sono ai limiti della capienza: 15 alunni a classe e 4 docenti. Secondo un verbale di un architetto, infatti, per motivi di sicurezza non possono ospitare più di 34 persone. E per Alessio, la trentacinquesima persona, non c'è spazio.

Per questo il dirigente scolastico da fine novembre lo ha assegnato alla scuola di Colfiorito, a cinque chilometri. Ma senza scuolabus e con la mamma (che tra l'altro ha due figli) che non guida, per Alessio arrivare a scuola è una vera impresa.

"Per un mese e mezzo, con grossi sacrifici - racconta la donna - l'ho portato in un'altra scuola che ci era stata assegnata in precedenza dal dirigente scolastico, a Villalba, a diversi chilometri da casa. Con la mia figlioletta di 14 mesi in braccio, io e Alessio facevamo un pezzo di strada a piedi, prendevamo la corriera, per poi fare un altro pezzo di strada a piedi. Così tutti i giorni, all'andata e al ritorno. Mi chiedo come è possibile che in una scuola non ci sia un posto in più per un bambino, o per lo meno uno scuolabus?".

Oltre al danno, poi, è arrivata la beffa. La donna ha deciso di rivolgersi ai carabinieri per risolvere il caso. Ma l'Arma, a sua volta, l'ha denunciata per inottemperanza agli obblighi scolastici.

In attesa che la situazione venga risolta, si è mosso il sindaco di Guidonia Montecelio, Filippo Lippiello: "È un assurdo che in una scuola non si possa trovare un posto in più per un alunno", ha detto. "Chiederò oggi stesso un incontro alla direzione regionale scolastica, ma in via del tutto momentanea, nei prossimi giorni, verrà messa a disposizione del bambino un'automobile dei servizi sociali e un impiegato comunale che lo accompagni a scuola e, al termine delle lezioni, lo riaccompagni a casa". La soluzione, però, è temporanea, continua il sindaco: "Il provvedimento non potrà durare più di una settimana, massimo dieci giorni... altrimenti creeremo uno spaventoso precedente, e il Comune non può farsi carico di accompagnare a scuola ogni alunno in difficoltà".

(27 gennaio 2006)

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